Redazione | Ci siamo (o quasi) la direzione è tracciata per uno snellimento della gestione dei rifiuti sulla nostra isola, sulla sua relativa razionalizzazione e, perché no, incentivare politiche che mirino al risparmio e all’abbassamento del peso delle imposte che grava su ogni famiglia. Con la legge numero 5 del 2014, la Regione Campania ha stabilito il “Riordino in materia di gestione rifiuti urbani e assimilati in Campania”.
Questo strumento a disposizione dei nostri amministratori che, di fatto, ci porta fuori dalla secca dell’emergenza e, sperando in una visione ben più lunga del proprio naso, si possa dare il benvenuto ad una nuova era dei rifiuti, almeno, sulla nostra isola. Caldoro e i suoi assessori, infatti, hanno stabilito che il riordino della materia debba passare prima di tutto attraverso una revisione del territorio che, per un maggior controllo e una più capillare organizzazione (al netto delle incapacità dei singoli protagonisti) è stato diviso in tre Ambiti Territoriali Ottimali, ATO.
Quelle che ci riguarda direttamente è l’ATO numero 2, che è composto dai comuni di Arzano, Bacoli, Barano d’Ischia, Calvizzano, Casamicciola Terme, Casandrino, Casavatore, Forio, Frattamaggiore, Giugliano In Campania, Grumo Nevano, Ischia, Lacco Ameno, Marano Di Napoli, Melito Di Napoli, Monte Di Procida, Mugnano Di Napoli, Pozzuoli, Procida, Qualiano, Quarto, Sant’Antimo, Serrara Fontana, Villaricca.
Solo a leggere la lista dei comuni facenti capo all’ATO la mente viene assalita dall’incubo ASL o da quello peggiore di nome EAV. Fortunatamente e, speriamo diventi un orientamento, i tecnici della Regione Campania hanno tirato fuori dal cilindro la soluzione: ecco gli STO, ovvero i Sistemi Territoriali Operativi.
Gli STO sono stati pensati per “consentire l’organizzazione puntuale dei servizi in base alle diversità territoriali finalizzata all’efficienza gestionale, con particolare riferimento al servizio di spazzamento, raccolta e trasporto di rifiuti, ciascun ATO può essere articolato in aree omogenee, denominate Sistemi Territoriali Operativi (STO), sulla base dei seguenti criteri: a) popolazione o bacino di utenza; b) densità abitativa; c) caratteristiche morfologiche e urbanistiche; d) logistica, in funzione della dislocazione degli impianti; e) limite demografico, come previsto dal decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78 (Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica) convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122.”
In poche parole, la Regione Campania, ha dato mandato ai sindaci delle zone compatibili, di poter organizzarsi in maniera autonoma e funzionale. Il potenziale della legge regionale numero 5, oltre al riconoscimento della perimetrazione territoriale è quello relativo ai poteri che vengono attribuiti agli STO.
Di particolare rilievo, infatti, è il potere che viene attribuito all’assemblea ristretta che può “proporre iniziative riguardanti i servizi di trattamento e smaltimento dei rifiuti all’interno del rispettivo STO da sottoporre, per l’approvazione, alla corrispondente Conferenza d’ambito che ne valuta la fattibilità rispetto a quanto previsto dal proprio piano d’ambito e la coerenza con il Piano regionale.
In fase di prima attuazione della presente disposizione, eventuali progetti relativi all’impiantistica sono presentati, in forma di progetto preliminare oppure di studio di fattibilità, alla Conferenza d’ambito entro tre mesi dall’insediamento della Conferenza stessa che procede alla loro valutazione e approvazione entro i successivi sessanta giorni.”