Redazione | Che la nostra isola annoverasse nella “meglio gioventù” ragazzi promettenti, era noto da tempo. Giovani che si sono fatti largo nel mondo della ricerca, del lavoro, della musica e tanto altro. In questo weekend primaverile di fine Marzo abbiamo incontrato una ragazza che ha fatto della Pallacanestro femminile una ragione di vita. Si chiama Sara dell’Amura, ha 17 anni e gioca nella squadra salernitana della Carpedil in A2.
– Innanzitutto grazie Sara per averci rilasciato questa intervista.
“Figurati è un piacere”
– Perché, tra tanti sport, hai scelto proprio la pallacanestro? Come è iniziata questa passione?
Questa mia passione per il basket, è nata qualche anno fa, forse per caso. Posso dire che sin da piccola avevo questa passione per lo sport, ma non ho mai praticato nulla con serietà. Da piccola ero “un ometto”, e amavo tantissimo giocare a calcio. Quando non avevo nulla da fare, chiamavo tutti i miei amici e insieme giocavamo per strada, ci bastava una palla per essere felici. Ma non vedevo quel pallone come un obiettivo da raggiungere. Abbandonata l’idea del calcio, mi sono avvicinata alla pallacanestro, una passione come dicevo prima nata per caso. Inizialmente questo sport lo praticava mia sorella maggiore Alessandra che un giorno mi disse: “Vuoi provare? È molto semplice e divertente”. Da li, cominciai a giocare, cominciai a capire che forse, era ciò che volevo realmente. Ogni giorno, appena potevamo, andavamo al campetto a giocare, non nego che ancora oggi, quando sono a casa, le chiedo di andare a fare due tiri come i vecchi tempi. La pallacanestro mi tiene molto legata a lei, ad oggi sono contenta che mi abbia chiesto di provare questo gioco perché con il passare del tempo, quel gioco è diventato una vera e propria passione.
– Oltre alla tua attuale squadra, quali altre maglie hai indossato?
Oltre alla mia attuale squadra, ho indossato per 3 anni la maglia del Procida in una squadra maschile ed i 3 anni successivi ho indossato la maglia della Cestistica Ischia.
– In uno sport come il basket serve essere grintosi e senza paura: come sei nella vita?
Certo, nel basket ci vuole molta grinta, ma delle volte si hanno delle piccole paure. Avevo sopratutto paura dopo un infortunio che mi ha fatta stare ferma parecchi mesi. La parte più brutta di un infortunio non è il dolore, non è tutta la riabilitazione, non è il dover star fermi… è appunto la paura. Ti dici che non vedi l’ora di tornare su quel parquet e che non ti può fermare niente e nessuno. Ma quando ritorni a fare le stesse cose di quando ti sei infortunato le immagini di quel giorno, il dolore, le lacrime ritornano come lampi e la paura che quell’errore ricapiti ti blocca. Certo non è la paura di chi deve tagliare il filo giusto della bomba, ma la paura c’è sempre.
– Quale traguardo vorresti raggiungere con questa squadra?
Finali nazionali… è quello il nostro obbiettivo!
– Allontanarti da Procida, dai tuoi affetti è stato duro? lasciare parenti, amici, famiglia?
Non è stato facile lasciare questa stupenda isola, lasciare tutti i ricordi più belli, lasciare la famiglia, gli amici di sempre, non è stato per niente facile. Ma è stato costruttivo. Da quando sono fuori casa sono cresciuta tantissimo. Posso dire di aver conosciuto tantissime nuove persone e posso dire che grazie alle mie compagne di squadra, ho trovato una seconda famiglia. Loro sono la mia seconda famiglia. Quel gruppo di persone che mi fanno star bene, che mi consolano quando sono triste, che ridono con me quando sono felice, che riescono a strapparmi sempre il sorriso
– Il Sogno nel cassetto, un ringraziamento e una dedica?
Il mio più grande sogno è arrivare a giocare in nazionale. So che è difficile, so che bisogna lavorare duro, ma spero un giorno di realizzarlo. Concludo ringraziando tutti coloro che credono in me, che hanno sempre creduto in me e che continuano a credere in me nonostante io delle volte le abbia deluse. Ringrazio la mia ex allenatrice Maria che mi ha insegnato a non mollare mai nonostante la vita a volte sia dura, ringrazio la presidente della mia attuale società A. Somma per la possibilità che mi ha dato, ma ringrazio sopratutto i miei genitori per tutti i sacrifici che hanno fatto e continuano a fare per me.
– In bocca al lupo, e che la vita sappia riservati sempre momenti meravigliosi
Crepi !