Redazione | “Il provvedimento che annuncia un aumento dei canoni demaniali e addizionali a carico degli stabilimenti balneari, colpendo di fatto una struttura su due dell’intera Regione Campania, è grave ed immotivato. In un periodo di grave crisi economica si vanno a colpire i gestori, che possono lavorare e guadagnare per pochi mesi all’anno, ma anche i turisti ed i villeggianti, che dovranno fare i conti con servizi sempre più costosi”. Lo ha detto Pietro Russo, presidente Confcommercio Imprese per l’Italia della Provincia di Napoli, nel corso della conferenza stampa che si svolta nella sede partenopea oggi.
“Costringere i gestori a far fronte all’aumento dell’addizionale sui canoni demaniali che la Regione è stata costretta a innalzare dall’attuale 10 al 100 per cento, piazzando così la Campania tra le regioni più care d’Italia, significa penalizzare ancora una volta i clienti, che dovranno fare i conti con prezzi sempre più alti per sdraio e servizi. Ma con poche speranze di successo: già durante la scorsa estate, infatti – ricorda Russo – i gestori hanno dovuto fare i conti con l’assenza di villeggianti (ad agosto, nel salernitano, quasi il 40 per cento delle strutture era vuoto). Temiamo che in qualche caso gli imprenditori possano addirittura arrivare a chiudere gli stabilimenti”.
Confcommercio Imprese per l’Italia della provincia di Napoli auspica dunque “modifiche sostanziali a queste percentuali. La misura non conosce analogie in Italia: fino al 2012 le percentuali erano ferme al 10 per cento come in Calabria, Puglia, Molise, Abruzzo e Marche, prima di questa ingiustificata impennata”.